mercoledì 13 maggio 2009

infinito




Mi lascio addormentare. Il sonno è lieve con percezioni precise di quello che succede intorno a me. Ho una mano immersa nell'acqua che disegna cerchi. Uno dopo l'altro. Con l'occhio della mente li vedo, tutti in fila: sono una serie di 8. Poi arriva come un' onda leggera e li sdraia. Ora capisco: sono otto simboli dell'infinito. Mi fanno domande e pretendono risposte. Otto cose da migliorare, otto cose da realizzare, otto cose da cambiare.


Vedo scorrere i miei giorni e capisco che la prima cosa è questa: abbandonare il pensiero del passato, vivere come se questo fosse il primo giorno. Ma anche l'ultimo, grido io. Certo, anche l'ultimo. E se questo fosse l'ultimo giorno cosa sarebbe davvero importante? Credere in me, fino in fondo. E poi? Poi viene tutto da se. La creatività che scorre come acqua e bagna tante sponde, porta vita e fertilità. Porta una vita dove il lavoro è un piacere e il benessere mantiene in salute. Una vita dove il cuore può di nuovo tornare ad aprirsi, come fosse la cosa più facile del mondo. E una volta aperto può imparare a ricevere. E ricevendo non è più uno ma due. Che costruiscono in complicità. Ma cosa costruiscono? Costruiscono!


Piano piano avverto che la luce cresce. Devo aver dormito e ho perso il senso del tempo e della realtà. Ma è poi realtà questa? Mi metto a sedere e vedo che la barca in tutto questo tempo ha navigato. Davanti a me vedo l'uscita del canale sotterraneo. Qualcosa o qualcuno sta tirando la barca, ma io non riesco a vederlo.


Ora sono fuori, in un canale a cielo aperto. Dagli orti che vedo sulle sponde si direbbe la Martesana. Non faccio a tempo a domandarmi come sono arrivata fino a qui che vedo una figura uscire dall'acqua e arrampicarsi sulla sponda.


Mi giro mentre la barca viene trascinata via dalla corrente e vedo l'Uomo del/da Marciapiede, grondante e ansimante, che dalla sponda mi sorride e mi saluta con la mano.


Gli sorrido piena di gratitudine e gli lancio un bacio.


Ora mi sento molto bene, il sole e il vento sulla pelle mi accarezzano. Penso che andrò avanti. Avanti fino al mare.


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