domenica 28 marzo 2010

traslocando

l'immagine proviene da: www.bafan.it

Ecco che le scatole accumulate cominciano a cambiare indirizzo. Ecco che la mia ultima casa si svuota. Torna il bianco.

L'ottavo trasloco è leggero come l'aria.

Non mi aspetto più che sia l'ultimo. Non penso più al per sempre.

Anzi, approfitto per sbarazzarmi di ciò che è poco vitale.

E via via il senso di libertà cresce.

Bisogna fare il vuoto per poter ricevere. Dentro e fuori. Nella testa e nel cuore.

Pomeriggio dalla mamma. Finalmente in bicicletta senza aver bisogno di bardature.

Finalmente il sole e l'aria sulla pelle. La sensazione più bella che ci sia. Cioè, insomma, qualche altra ideuzza ce l'avrei. Ma intanto mi godo questa carezza tiepida.

Posso già avvertire il mio colorito che cambia.

Posso già avvertire la mano di Primavera che mi trascina.

giovedì 25 marzo 2010

il mondo nel metrò

foto tratta da: visconti.blogautore.espresso.repubblica.it

Altri tre giorni di portinariato occasionale itinerante.

Fuori dal centro storico però le portinerie sono meno contemplative.

I sacchi della monnezza pesano da morire, i piani sono tanti e una scala non bastava ce ne vogliono due e vanno lavate, e così pure gli ascensori. Insomma finita la pacchia. Mi tocca lavorare.

Però il viaggio è uno spettacolo. A parte la mattina, che prendere il metrò alle 7 e mezza non è proprio il massimo, al ritorno invece, dopo le 13, è come essere a teatro.

Quindi mi accomodo e resto a guardare.

Lo spettacolo varia ogni giorno e così gli attori, anche se devo constatare che spesso i ruoli interpretati sono gli stessi. Così come la colonna sonora: è possibile che tutti i suonatori di fisarmonica e violino suonino sempre lo stesso identico pezzo?

Ma oggi no. Oggi la colonna sonora era affidata a un bonghista jamaicano accompagnato dalla voce, bassa, incomprensibile e stupenda di un ragazzo nero, forse del Senegal. Un duetto fantastico e perfettamente in sintonia col ritmo del metrò. Tranquillo e per niente invadente.

Li ascolto beata mentre osservo la bella varietà di personaggi. C'è un allegra famigliola cingalese, studentesse cinesi arredate in modo improbabile, filippini, nord africani e sud americani. Ognuno col suo modo d'essere, ognuno con la sua fatica.

E poi due signore bene. Molto eleganti nel loro lussuoso stile sportivo. Due signore molto a disagio. Una si siede rigida e scuote la testa. L'altra resta in piedi ma non si regge agli appositi sostegni. Resta in equilibrio. Il viso tirato e sofferente. Ogni volta che qualcuno la urta lei dice che non è niente e cerca di comporre un sorriso, con evidente sforzo, quasi con dolore. Resta in equilibrio e capisco che non vuole toccare nulla, non vuole contaminarsi.

Finalmente la fermata, Montenapoleone ovviamente. Finalmente può scendere.

Certo che le facce della sofferenza sono proprio tante in questo mondo.

domenica 21 marzo 2010

domenica


Una strana domenica. A giocare col tempo. Tempo che prima mi incalza e che poi mi avanza.

Tempo che sembra improvvisamente immobile ora. Probabilmente solo perchè la gente a quest'ora di domenica mangia.

Però è fantastico questo silenzio, il mio cortile sembra deserto. Non un suono, non una voce. Nemmeno un odore. E questo è singolare di domenica.

Non sarà che per caso ho dimenticato di svegliarmi?

No, sono sveglia. Immersa nella pioggerellina e nei miei pensieri.

Che non svelerò.

venerdì 19 marzo 2010

ben altri punti di vista

la foto è di Mario Ghezzi

Certo che nella mia sfolgorante carriera di Portinaia Occasionale Itinerante quello di stamattina è stato un punto di vista di grande soddisfazione.

Già avevo potuto appurare che nei quartieri alti i sacchi della monnezza sono leggeri e quasi inesistenti e le briciole, se si vogliono proprio spazzare, bisogna portarsele da casa.

Ma la guardiola di stamattina è stata una vera perla.

Inquilini praticamente inesistenti e la vista sul giardino di fronte, magicamente abitato da fenicotteri rosa. Rosa, si.

Pare che sia un fatto risaputo: in via dei Cappuccini, a Milano, ci sono i fenicotteri rosa.

Quello che invece non tutti sanno è che le brioches non si sono viste.

Peccato, pensavo uscissero in automatico.


domenica 14 marzo 2010

impegno


E' vero che ultimamente sono sempre allegra. Forse per via di tutto quel cioccolato che maneggio in continuazione.

Il fatto è che la mia allegria contiene sia la malinconia che il dispiacere.

A volte anche il dolore sordo e il senso di impotenza e di abbandono. Ma questo è già più raro.

Dico tutto ciò probabilmente solo per precisare che non sono un oca giuliva.

Per questo ieri, avvertendo forte la paura per il momento che stiamo vivendo, pur non condividendo in pieno alcune posizioni, pur non sentendo la purezza di un entusiasmo cieco, per questo ieri ero a fare la mia parte in piazza.

Perchè ora l'impegno non può più essere rimandato o delegato. Non si può restarne fuori.

Il futuro può essere migliore ma ha bisogno di tutti noi.

mercoledì 10 marzo 2010

neve marzolina


Un'altra bella sorpresa stamattina.

Beh, bella...insomma, comincia a stufare questa neve e la poesia è oscurata dal disagio.

La mia mimosa è molto contrariata e io stessa faccio fatica a combinare qualcosa di sensato questa mattina.

Niente di quello che inizio riesce a trovare conclusione.

Mi arrendo, andrò a nuotare.

lunedì 8 marzo 2010

buon compleanno a me!


Si, sono nata l'8 marzo. Quando se no?

Il mio compleanno profuma di minosa e risuona di grida.

Di festose grida di lotta.

Perchè posso avvertire tutta la forza di un grido sostenuto dalla gioia. La gioia di sapere che la nostra determinazione è più forte della disperazione o della rassegnazione.

In tutto il mondo.

Perchè sappiamo che abbiamo tutto da guadagnare nel combattere per migliorare. A cominciare da noi stesse.

Perchè possiamo vedere tutti i giorni che il nostro essere più forti e più derminate, con la voglia di superare ogni ostacolo e la curiosità di andare a vedere cosa si nasconde dietro, rende migliore anche il mondo intorno a noi.

Perchè in ogni grido ci sia un sorriso forte come la voglia di un mondo migliore.

mercoledì 3 marzo 2010

3 marzo


Dalla guida di Daisaku Ikeda:

"Cos’è la gioventù? Il filosofo francese Roger Garaudy sostiene che mentre la maggior parte delle persone crede che un individuo nasca giovane e poi invecchi e muoia, in realtà l’acquisizione della gioventù, in senso profondo, è un processo lungo e impegnativo.

La gioventù di cui egli parla è la forza spirituale per non ristagnare o resistere al cambiamento, per sentirsi aperti a nuove possibilità.

È il potere dello spirito che rifiuta di soccombere all’autocompiacimento, e continua a lottare. "

Per non ristagnare e imparare ogni giorno la gioventù...

martedì 2 marzo 2010

consapevolezza


Quando sono sola e dibatto tra me e me sono certa di conoscermi a fondo.
E di conoscere fin troppo bene, per averci inciampato spesso e sbattuto il muso, i miei personali limiti.

In realtà mi capita di accorgermi che è solo attraverso la conoscenza di un altro che davvero conosco me stessa.

Cioè, che ancora una volta non sono le cose che succedono ad essere determinanti, ma bensì come noi reagiamo alle cose che ci capitano.

E qui spesso casca l'asino. O perlomeno il mio personale asino.

Casca, si, irrimediabilmente. Anche se una cosa è certa: ha imparato a rialzarsi, in fretta e soprattutto da solo.
E domani sarà pronto per ricominciare a volare!