sabato 29 maggio 2010

nuove note


Nuovamente baciata dal Jazz.

Il corpo si abbandona mentre la mente ancora resiste.
Aspetta il segnale.

E mentre il ritmo si definisce la spia del cuore si accende.

Ed io sono solo Jazz.

Appena sfiorata dal Blues.

giovedì 27 maggio 2010

lo stupore


Pensavo di sapere che prima o poi la mia barchetta avrebbe preso il largo. Ovvio certo che una barca non è fatta per stare sempre in porto o peggio tirata in secca sulla spiaggia.

Evidentemente quello che mi mancava era solo la piena fiducia nella sua capacità di navigare.

Così è stata proprio una bella sorpresa quando, passato il primo momento di incredulità e confusione, mi sono trovata in mare aperto a contemplare la bellezza di questa nuova posizione.

Il mare è calmo e profuma di salsedine, il vento è fresco sulla pelle scaldata dal sole.

E il cielo... il cielo stanotte era uno spettacolo. Piccole nubi incorniciavano spazi di blu intenso.

Mentre la luna galleggiava proprio nel mezzo.

mercoledì 26 maggio 2010

risvegli

La mia barca ha preso il largo questa notte.

Pensavo fosse ben legata agli ormeggi, ma questa mattina quando mi sono svegliata mi sono accorta subito che c'era qualcosa di diverso.

Un leggero rollio.

Lì per lì l'ho ignorato e mi sono alzata come se niente fosse.

Già fare i primi passi è stato difficile, come se il mio equilibrio fosse rimasto a letto. Poi la faccia nello specchio che non smetteva di sorridere mentre cercavo di restare in piedi.

Ma che sarà mai?

Pensavo di trovarmi al sicuro in un porto tranquillo e invece sono in mezzo al mare.
foto di liberta.fotoblog.it/archive/2008/07/19/barche...



martedì 25 maggio 2010

il colore dei desideri


Quando mi alzo sulla punta dei piedi, per guardare la mia vita dall'alto, resto stupita da come tutte le cose vadano ad incastrasi con armonia.

Allora sorrido e mi sento felice.

Poi guardo meglio e vedo tutti gli spazi vuoti e le piccole dissonanze.

Allora mi domando se riempire questi vuoti e limare ogni singolo pezzettino fino alla perfezione possa portare una felicità maggiore.

Devo confessare che è proprio a questo punto che sale la paura. Paura di non riuscire a sopportare troppa felicità.

Come fosse un eccesso di ossigenazione.

Ma guardando meglio le cose mi rendo conto che la felicità non è un genere che si vende a peso, bensì a qualità, o al massimo a spessore.

La felicità è uno stato elastico che non si trova alla fine ma nel mentre.

Nel piacere, senza inizio né fine, del fare, del cambiare e dell' aggiustare.

Nel fantasticare e poi nel costruire. Qualcosa di diverso da quello che avevamo immaginato. Come un'intuizione dell'ultimo istante.

Insomma, nel vivere.

giovedì 20 maggio 2010

giardino odoroso


Bisogna aspettare il buio per sentirlo completamente.

Via via che la luce scompare si fa strada il suo profumo.

Francamente non pensavo che diventasse una presenza così importante.

So già che una di queste sere, completamente stordita dal suo aroma, comincerò a parlargli.

Lui promette di essere un ottimo ascoltatore. Attento e discreto.

Forse aspetterò che salga la luna, per poterlo guardare negli occhi.

Poi metterò la mia seggiolina sul balcone e comincerò a raccontare.

Penso che avrò bisogno di toccarlo ogni tanto, per essere sicura di non star sognando.

lunedì 17 maggio 2010

giardino incolto


Osservare e prendersi cura di un giardino incolto può essere molto interessante.

Alcune piante sono palesi, ma anche se crediamo non possano regalarci altre sorprese, in realtà non possiamo prevedere come si svilupperanno.
Altre, date per morte, in particolari favorevoli circostanze, saranno capaci di ributtare.

Altre ancora invece stanno venendo su proprio ora e mutano di giorno in giorno.

In ogni caso sono tutte meritevoli di cure. L'importante è non smettere mai di avere attenzione.
Per ogni pianta, per ogni fatto, per ogni persona.

Perchè la semplice attività di osservare produce un raggio di calore che induce ad una trasformazione.

sabato 15 maggio 2010

sabato


Il sabato mi lascio svegliare dal sonno. Quando lui termina il turno mi soffia piano sulle palpebre e mi sveglia.

Si, perchè tu dormi e non te ne accorgi ma lui, il sonno, intanto produce. Produce sogni su sogni, spesso a nostra insaputa e al risveglio non ci ricordiamo di ringraziarlo.

Certo qualche volta per dargli un contentino gli facciamo la camomilla. Personalmente mi piace stuzzicarlo un po' con un bel caffè, così giusto per fargli capire chi è che comanda. Lo tengo un po' sulle spine, lo ignoro per un'oretta ma poi sono ben felice di cedergli il comando e lasciare a lui il timone.

Così notte dopo notte il mio veliero naviga tranquillo e quando viene il momento di affrontare la giornata io sono pronta e riposata.

Appena alzata apro la finestra, per capire che aria tira.

Il sabato si fa riconoscere subito, l'aria è piena di voci e di odori.

Mi piace il sabato. E' giorno di mercato.

lunedì 10 maggio 2010

lati oscuri


Alla fine è successo. Peccato non accorgersene proprio nel momento esatto.

Erano giorni che gli facevo la posta. Volevo appropriarmi del momento in cui la prima corolla si sarebbe aperta liberando solo per me il suo profumo.

Un profumo così preciso eppure così diverso.

Quello che si sente in Sicilia, in qualche isola, quello che poi diventa un gelato così delicato da farti desiderare di restare lì per sempre.

Quello che si sente in Toscana, quello che ho cresciuto io stessa, e quello selvatico che ricorda il mare anche se cresce sull'appennino.

Ed infine questo, carnoso e profumato anche se milanese.

L'ho scoperto questa notte, aprendo la finestra per ascoltare la pioggia, mi è arrivato immediatamente al cuore, passando per il naso.

Non immaginavo certo che avrebbe potuto scatenare tutta questa baraonda di ricordi e sensazioni.

L'odore del mare, il vento, la banchina bagnata, il traghetto, il nodo in gola, la sensazione di fine, il dolore.

E poi ancora il sole, l'aria sottile, la frescura, il lavoro, la fatica, andare avanti, non domandarsi, non chiedere, la solitudine, la paura, la fine.

Meglio richiudere la finestra. Questo gelsomino è sbocciato con un bagaglio troppo pesante.

Meglio lasciarlo fuori. Insieme alla notte, insieme alla pioggia.

lunedì 3 maggio 2010

principio del vuoto


Anche se è un pezzo che vado predicandolo, quando poi si manifesta proprio in me resto stupita come davanti ad una grande scoperta.

Semplice: liberando il cervello dai pensieri inutili si crea spazio per farne entrare di nuovi.

Certo c'è sempre il rischio che quelli nuovi siano anche più inutili, ma potrei giurare che quelli che mi girano in testa stamattina sono tutti pensieri creativi.

Nuove idee insomma, roba fresca.

Bene, anche se non è così semplice.

Si perchè certe volte i pensieri non mi nascono nel cervello ma nel cuore.

Anche se è altrettanto vero che spesso ho visto nascere emozioni create a tavolino dal solo cervello.

Forse ho involontariamente allevato un cuore intelligente e un cervello amoroso.

Può sembrare un po' strano, ma neanche tanto poi. Si, spesso litigano, fanno baruffa e io perdo l'equilibrio, ma quando alzo la voce e li rimetto a posto sono capaci di lavorare anche in team.

Ed è in questi frangenti che esce il prodotto migliore.

domenica 2 maggio 2010

digerendo


La giornata è ancora fresca e il gelsomino se ne resta chiuso fuori.

Non è ancora il suo momento, ancora non sentirò il suo profumo. Lo so anche da dietro il vetro.

Ho conosciuto la delusione, con il suo saporaccio amaro, ma non l'ho voluta sputare fuori. Non ho voluto zucchero per rifarmi la bocca.

Ho preferito masticarla a lungo, assaporandone tutta l'amarezza.

Non era un bel masticare. Nello specchio ho potuto vedere le mie labbra diventare rigide e sottili e tutto il viso dietro a loro era una tristezza.

Ma quando una cosa impari a masticarla bene, alla fine la digerisci pure, ed è meglio, così la prossima volta già la conosci e l'amaro in bocca dura meno.

Poi il sonno è venuto a darci un taglio portandomi il sogno di Rafaniello, il ciabattino di Montedidio, con le sue ali d'angelo nella gobba.

E'stato Rafaniello a dirmi come si deve fare.

Così questa mattina la delusione, digerita, non c'era più. Nello specchio le mie labbra sono tornate morbide e tutta la faccia si è riaggiustata.

Adesso si che è domenica.