martedì 25 maggio 2010

il colore dei desideri


Quando mi alzo sulla punta dei piedi, per guardare la mia vita dall'alto, resto stupita da come tutte le cose vadano ad incastrasi con armonia.

Allora sorrido e mi sento felice.

Poi guardo meglio e vedo tutti gli spazi vuoti e le piccole dissonanze.

Allora mi domando se riempire questi vuoti e limare ogni singolo pezzettino fino alla perfezione possa portare una felicità maggiore.

Devo confessare che è proprio a questo punto che sale la paura. Paura di non riuscire a sopportare troppa felicità.

Come fosse un eccesso di ossigenazione.

Ma guardando meglio le cose mi rendo conto che la felicità non è un genere che si vende a peso, bensì a qualità, o al massimo a spessore.

La felicità è uno stato elastico che non si trova alla fine ma nel mentre.

Nel piacere, senza inizio né fine, del fare, del cambiare e dell' aggiustare.

Nel fantasticare e poi nel costruire. Qualcosa di diverso da quello che avevamo immaginato. Come un'intuizione dell'ultimo istante.

Insomma, nel vivere.

1 commento:

biagio ha detto...

Quanto mi piace !! E' proprio come hai scritto/descritto tu....E anche io voglio essere felice.E non lo saro' mai qui.Forse neanche altrove ma almeno voglio ritentare,magari saro' più fortunato...magari chissa'..
Ti stringo forte e ti voglio bene.