sabato 3 luglio 2010

il mare in una stanza


Consumo il mio sabato nella penombra accaldata della casa.

Restare in verticale senza il conforto di un condizionatore o delle pale è veramente una faticaccia.

Ma non mi lascio abbattere.

Riempio la vasca di acqua fredda, appena condita da qualche goccia di essenza di rosa, e ogni tanto mi immergo.

Ovviamente la fantasia deve fare la sua parte e chiudendo gli occhi mi concentro per sentire gli scogli nel bordo della vasca e la sabbia sotto ai piedi.

Dall'altra stanza arriva il suono del sax a fare la sua parte, e io vedo perfettamente nel controluce della finestra, la sagoma del saxofonista intenta a far parlare il suo strumento.

Certo son palliativi. Questi come altri che mi passano per la mente. Ma intanto la temperatura corporea si è abbassata e l'energia comincia a risalire.

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