mercoledì 22 settembre 2010

liaisons dangereuses


Inaspettatamente anche la sobria operosità d'autunno può incrinarsi per far entrare un sospiro.
Quando hai un animo che ha la stessa consistenza del burro è difficile lasciare fuori i turbamenti.
Per questo ho inventato le Medicine Emotiviche.
Ed io sono la mia migliore inguaribile cliente.

martedì 21 settembre 2010

amori estivi


Il ritmo dell'autunno riempie la testa di pensieri concreti e produttivi e svuota il cuore dai sospiri.
Generalmente gli amori estivi spazzati via dal primo temporale defluiscono in qualche tombino. Tutto si lava via, anche la malinconia.
Da qualche giorno però la mia concretezza è distratta da un amore estivo che sembra intenzionato a prolungare la sua stagione.
Peccato che io sia solo il terzo incomodo. Loro, i protagonisti se ne stanno giorno e notte sul balcone, intrecciando con forza la loro relazione.
Lei che è sempre stata così indipendente si è fatta incatenare per bene.
Era anche una tipa molto solitaria. Al punto che nel palazzo, quello del magico abbaino, mi chiamavano "la signora della pianta" proprio perchè ero l'unica ad averne una sola.
Sì lei è la mia Mimosa Marzolina, sedotta e avvinghiata a Gelsomino.
Presto lascerò la casina di transito e questa relazione verrà troncata.
Ahimè, il triste destino degli amori estivi.

giovedì 16 settembre 2010

vortice


I vortici sono sempre pericolosi.
Possono essere originati indifferentemente sia da un cortocircuito che da un sovraffollamento.
Di solito i vortici da corto circuito hanno origini amorose. Consumano, bruciano e fanno girar la testa. Spesso producono ustioni di cui è difficile far scomparire le cicatrici.
I vortici da sovraffollamento invece sono originati dalla convinzione di dover controllare ogni piccolo aspetto della vita, e a volte ahimè, anche di quella degli altri.
Personalmente scivolo volentieri nei primi, anche se mi ci vogliono perlomeno due o tre minuti prima di abbandonare gli ormeggi e lasciarmi dolcemente risucchiare dentro.
Sì, i vortici di questo tipo sono una specie di oblio.


domenica 5 settembre 2010

compagnie insolite

Sabato mattina, le sette e mezza.
Pedalo in mezzo a un traffico quasi inesistente.
Piazza della Repubblica, Viale Tunisia, Viale Regina Giovanna.
C'è un macchinone scuro e molto lungo che mi ritrovo ad ogni semaforo, sembra che siamo sincronizzati. Io parto in leggero anticipo e dopo poco lui mi accosta e mi supera. Dopo un bel pezzo mi rendo conto che non è altro che un carro funebre ed è solo. Nessuno lo segue. Nessuno accompagna questo morto al cimitero. Solo io.
Allora decido di allungare un poco la mia strada per fargli compagnia, non dev'essere piacevole il passaggio in solitudine.
E' così che senza accorgermene mi commuovo e mi sento gli occhi pieni di lacrime vere. Come una mediterranea prefica prezzolata piango per un morto sconosciuto.
Chissà se ne avrà qualche beneficio.
Poi gli sorrido, faccio ciao con la mano e imbocco via dei mille.
Felice di questo fuggevolissimo incontro.

giovedì 2 settembre 2010

la passione


Parole che non oso nemmeno pensare.
Eppure più volte le ho accarezzate, le ho desiderate. Solo per poi sfuggirle.
Ci vuole coraggio, lo so.
Ma ci vuole anche la follia? O forse possiamo farne a meno?
Come abbiamo sempre fatto.
Nella purezza di un equilibrio che non è mai del tutto pulito.
Oggi ho ritrovato queste parole, sublimi e inquietanti, vere. Non riesco a ricordare per quale strada sono entrate nella mia memoria e non riesco a scoprire quasi nulla su di lui: Jeremy Luedtke.


L'Invito

Non mi interessa che cosa fai nella vita.
Voglio sapere ciò che desideri, e se osi sognare
di sentire il desiderio intenso del tuo cuore.
Non mi interessa quanto sei vecchio.
Voglio sapere se rischieresti di apparire pazzo per amore
per il tuo sogno, per l'avventura di essere vivo.
Non mi interessa quali pianeti stanno squadrando la tua luna.
Voglio sapere se hai toccato il centro del tuo intimo dolore,
se ti sei aperto ai tradimenti della vita
o se ti sei seccato e chiuso in te per la paura
e per non sentire ulteriore dolore.
Voglio sapere se puoi sederti e stare con il dolore, il mio dolore e il tuo,
senza cercare di spostarti per nasconderlo o ridurlo o imprimerlo in te.
Voglio sapere se puoi stare con la gioia, la mia gioia e la tua gioia,
se puoi ballare con impeto e lasciare che il trasporto ti riempia fino alla punta delle dita,
fino ai piedi senza controllarti, senza essere realistico, senza ricordare
le limitazioni dell'essere umano.
Non mi interessa se la storia che mi stai raccontado è vera.
Voglio sapere se sei capace di deludere un altro per essere veramente te stesso;
se puoi sopportare l'accusa di tradimento e non tradire la tua stessa anima;
se puoi essere infedele e tuttavia leale.
Voglio sapere se puoi vedere la bellezza anche quando il quotidiano non è piacevole,
e se riesci comunque a trarre nutrimento per la tua vita dalla sua presenza.
Voglio sapere se puoi convivere con il fallimento, il tuo e il mio,
e restare sul bordo del lago a osservare l'argento della luna piena e gridare "si"!
Non mi interessa dove vivi e quanto denaro hai.
Voglio sapere se puoi alzarti, dopo una notte di dolore e disperazione,
pur stanco e ridotto all'osso e fare quello che devi fare per dare da mangiare
ai tuoi figli.
Non mi interessa chi conosci e come sei arrivato fino qui.
Voglio sapere se rimarrai nel centro del fuoco con me senza fuggire.
Non mi interessa dove o che cosa o con chi hai studiato. Voglio sapere
ciò che ti sostiene, dall'interno, quando tutto il resto ti crolla addosso.
Voglio sapere se puoi stare veramente solo con te stesso
e se ti piace veramente la compagnia
nei momenti di vuoto.
J. L.