sabato 25 gennaio 2014

vuoto


Lasciare che il vuoto resti vuoto è una bella impresa.
Come una calamita il vuoto attrae materia per cambiare il proprio stato e diventare pieno.
Si tratti dello stomaco oppure del cuore, della mente o dell'anima è maledettamente difficile mantenere un vuoto.
Eppure il vuoto è fondamentale, non solo per essere riempito ma anche solo per la sua dignità di vuoto, per la sua capacità di generare il nuovo, l'incontaminato, il geniale.
Una volta il vuoto era a rendere. Ora è sempre a perdere, però è riciclabile, purché differenziato.
Come lasciar rimbalzare questi pensieri inutili da un cervello convinto di poter durare di più se sottovuoto, ad altri possibili fantasiosi fruitori.

sabato 11 gennaio 2014

principio


Bisogna celebrare con serietà i riti di inizio.
Un anno nuovo è una bella responsabilità, un po' come un bambino appena nato, o come un amore che potrebbe diventare oppure restare inespresso, rinunciato e indolore.
Possiamo compiere azioni diverse, più o meno consapevolmente. Alcune vorranno essere assolutamente nuove e scaramantiche, altre rassicuranti, calpesteranno sentieri già battuti.
Ma non riusciamo ad ignorarlo, negarlo, snobbarlo.
Io credo nei propositi di inizio anno. Ovvio poi che siano buoni propositi, pieni di valori positivi, pieni di determinazione.
Allora compilo la mia lista, comincio un po' prima del 31 e poi continuo con gli aggiornamenti, cancello e riscrivo per quasi tutto il mese di gennaio. Poi... poi me ne dimentico e non ci penso più.
La mia lista resta a dormire in un cassetto fino a quando per caso mi ricapita tra le mani. Allora piena di curiosità la riapro, chiedendomi cosa cavolo ci sarà scritto mai in quel biglietto e quale sarà stato il motivo perverso per cui l'ho conservato.
Beh, è una bella sensazione scoprire che la mia vita è andata nella direzione dei miei propositi di inizio anno e che posso addirittura mettere il segno "fatto" su molti punti... sì, proprio così, quasi più facile a farsi che a raccontarlo.