skip to main |
skip to sidebar
Quando supero la paura di non farcela, quando vado oltre ai miei pregiudizi, ma soprattutto quando vado oltre me stessa.
Ecco, Sospensione d'Incredulità è qualcosa del genere.
Sottile e piccante, condito con l'olio delle olive e i fiocchi di sale... sì, un po' oltre.
foto Leo Torri
Un buon sabato è quando resto qui.
Resto qui, in quello che sto facendo, nel momento esatto, senza andare avanti con la testa, senza andare indietro con le domande: solo qui e ora.
Semplice, così semplice da essere spesso difficilissimo.
Cancello l'ansia dei programmi da rispettare, cancello i programmi, respiro, ascolto, mi ascolto... resto qui.
Nel rispettabile esercizio quotidiano di equilibrio-saggezza-bontà, spesso prendo degli scivoloni.
Sì, ci sono giorni in cui mi si risvegliano un sacco di intolleranze...
Allora capisco che è il momento di guardare dentro, cercare la penombra rigenerante, il silenzio, il vuoto.
Vuoto assoluto.
Immagino di essere in una grotta al centro della terra. Cerco il cuore pulsante ma lo confondo con il mio battito.
Poi percepisco una tonalità diversa
poi dieci e diecimila ancora.
Per primo mi arriva il suono della pietra con la pulsazione dell'acqua, poi il respiro delle piante ad una ad una, con ogni singolo filo d'erba, poi si fa vivo il regno animale, con prepotenza, tutto, umanità compresa.
Umanità intera e complessa, schierata in tutta la sua diversità e bellezza.
E allora mi vedo e mi sento.
Sento tutta la forza del legame, la rete a cui anch'io appartengo, parte della complessità, diversità, bellezza.
Appartengo sì, uguale-diversa.