mercoledì 30 settembre 2009

rivelazioni


Adesso che navigo le grandi acque non devo più preoccuparmi degli schiacciasassi. Pensavo.

Invece no, ho scoperto che lui può seguirmi dappertutto. Anzi, di più: lui abita in me. Ogni tanto mette in moto e produce quelle odiose onde denigratorie che mi fanno dubitare di tutto e di me in particolare.

Ne basta una un po' più forte ed eccomi di nuovo stesa, spalmata, pronta per farmi rollare.

Oggi, per esempio, è stata una di quelle giornate in cui lo schiacciasassi l'ha fatta da padrone. Anzi, non contento ha chiamato a dargli mano il rospo che poco più di un anno fa abitava il mio stomaco.

E' stata dura, mi tiravano giù. Quando riuscivo a tenerne a bada uno, quell'altro mi attaccava dall'altra parte.

Ho continuato a guardarmi in giro per vedere se l'uomo da/del marciapiede fosse magari nei paraggi, per aiutarmi a venirne fuori un altra volta.

Ma niente, lui ormai deve aver preso la sua strada, allontanandosi dal rischio continuo di finire dentro a un tombino ad esplorare il sottosuolo.

E poi lo dovrei sapere che nel mare non ci sono marciapiedi.

Non mi è restato altro da fare che tentare di cavarmela da sola.

C'è voluta tutta la giornata. Un combattimento estenuante. Ma alla fine, quando ormai era la luna a luccicare sull'acqua, ho lasciato schiacciasassi e rospo alle mie spalle e ho ripreso il mio lento ma deciso navigare.

Verso un nuovo Porto.

lunedì 28 settembre 2009

navigando a vista


Non è la prima volta che mi trovo ad avanzare in queste condizioni.

La novità, caso mai, sta tutta nel fatto che le incognite non mi spaventano più di tanto.

Anzi per dirla tutta non mi spaventano affatto. Forse mi spaventa di più il dubbio che io sia completamente incosciente.

Ma questo è uno spavento da quattro soldi.

In ogni caso non darò retta agli spauracchi.

L'acqua è fresca ma sento il sole scaldarmi le spalle.

Procedo assaporando il viaggio, registrando lo sforzo sulle mie capacità. Aumentando leggermente la pressione, momento per momento. Senza forzare il motore ma tenendo ben preciso nella mente il Porto dove intendo arrivare.

Senza perdere la rotta.

sabato 26 settembre 2009

indolenza


Ero andata lassù per vedere se, cambiando il punto di vista, fossi riuscita a trovare un po' di coraggio.

Non è sempre facile sentirsi grande dall'alto di centosessanta centimetri.

Così oggi ho appeso un'amaca tra i comignoli e sono restata a guardare il cielo un po' più da vicino.

Era un bel cielo pallido, appena sporcato d'azzurro. Un cielo un po' basso che mi ha subito fatto sentire più a mio agio.

Non è che il coraggio si è manifestato subito. Più che altro hanno cominciato a scivolare via la tristezza e la paura. Subito rimpiazzate da una certa indolenza.

A quel punto non potevo far altro che indugiare, cercando di soffermarmi su tutte le sensazioni che mi evocavano forza.

Impresa gratificante ma non indolore, fatta di ricordi per le belle imprese passate, ma ahimè, passate appunto.

Non mi resta che mirare più in alto, ben oltre i comignoli, dove le emozioni e le idee possono davvero prendere il volo.
Ed ecco che sto già cominciando a volare...

lunedì 21 settembre 2009

autunno


Oggi comincia l'autunno.

Meno male, si perchè a me l'autunno piace, e anche l'inverno.

Mi sembrano meno impegnativi, più intimi.

Le giornate finiscono prima così le serate sono più lente.

Le estati invece solitamente mi stressano. Tutta quella luce, quel correre, quel divertirsi.

Ho passato anni a subire le estati, a pensare solo a lavorare, senza concedere spazi al divertimento.

Dopo, dopo, dopo, ero solita dirmi. Ma il dopo è arrivato e quel momento se n'era andato per sempre.

Quest'anno invece l'estate è stata generosa con me. Era appena iniziata che già mi portava un grande regalo. Già peccato che poi l'ho dovuto restituire. Non era il momento, pare. Non era giusto, credo. Non era per me, sembra.

Peccato, un altra volta ancora dovrei pensare: dopo, dopo, dopo, aspetta.

Non so se voglio ancora aspettare, non credo.

Ora, ora, ora. La mia felicità, qui e ora.

Qualsiasi sia la situazione.

venerdì 18 settembre 2009

al Faro

In giorni come questi non mi resta che rifugiarmi al Faro.
Abbandono gli impedimenti quotidiani, lascio perdere con il ridicolo tentativo di farmi crescere il pelo sullo stomaco e mi infilo con tutti e due i piedi in una storia su misura.
Su misura per me. Ma non solo.

Quella che che si disegna nella mia mente e che scende giù fino ai polpastrelli è una storia positiva.
Una storia che può creare valore. Se arriverà ad una conclusione.

Per ora il valore è solo per me, perchè quando le cose non vanno, quando l'aria è immobile e nulla succede, io posso entrare in questa storia come se la stessi leggendo.
Parola dopo parola.

domenica 13 settembre 2009

radici


Nelle ultime settimane frequento un posto prezioso.

Anche se una specie di pudore mi ha impedito fino ad ora di scriverne.

Questa mattina però le mie mani non potevano più aspettare. Dovevano scrivere.

Scrivere per condividere delle emozioni che da sola non riesco più a contenere.

No, niente di straordinario. Si tratta di mia madre.

Adesso che è un po' come una bambola rotta posso starle vicino.

Con piacere.

Non so se può sentire le mie carezze o il tono della mia voce. Il beneficio è tutto per me. E' un riempire la distanza di anni. E' un tentare di ringraziarla per avermi messo al mondo.

Si, mi ricordo bene. Ci sono stati momenti in cui non ho potuto fare a meno di dirle che non glielo avevo chiesto io. Lo so, avevo altro per la testa.

Ma c'è un tempo per ogni cosa, e questo è il momento di ringraziarla, anche per il solo fatto di essere quella che sono. Ora.

Bene, poterlo fare mi sembra un grande privilegio.

Per questo quando sono qui penso che questo è il solo luogo in cui vorrei essere.

In pace.

sabato 12 settembre 2009

pieno e vuoto


Quando le cose marciano è una bella sensazione di pienezza che ci accompagna.

E' sicuramente una banalità ripetere che non ci si rende conto di quello che abbiamo fino a che non ci manca.

Banalità sacrosanta.

A me succede spesso. E'come il dentino di un ingranaggio. Se uno salta tutte le rotelle vanno fuori fase.

Ed è così che mi sento: sfasata. Poi c'è questa sensazione di un piccolo vuoto localizzato più o meno tra lo sterno e la bocca dello stomaco.

Non so se un cioccolatino basterà. Ma mi vedo costretta a tentare.

martedì 8 settembre 2009

lègami!


Che disastro però queste giornate.

Sono dispersiva e distratta, non riesco a combinare nulla. Mi sento slegata.

Ho bisogno di ristabilire il mio baricentro ma non riesco a star ferma.

Tutta questa libertà, tutta questa indipendenza, tutta questa solitudine.

Alla fine mi fa girar la testa.

lunedì 7 settembre 2009

legami


Una intera settimana giocata in famiglia.

Da sabato a sabato ho visto gli aspetti gravi della vita snocciolarsi uno dopo l'altro davanti ai miei occhi. E ne sono rimasta colpita e coinvolta.

Ho visto la fragilità della vita. Vita che resiste malgrado tutto, che si difende e ci unisce tutti intorno a lei.

E mentre una vita resisteva un'altra si spezzava. Senza preavviso. Lasciandoci confusi a guardarci mentre un altra volta ci riuniva.

Poi infine l'amore e la festa. Il futuro che si celebra pieno di aspettative. La nuova generazione che compie grandi passi e segna una continuità nei nostri caratteri migliori.

E tornare a camminare sui sentieri dell'adolescenza lasciando che i ricordi vagamente riaffiorino.

giovedì 3 settembre 2009

altre onde


Ci sono onde che si infrangono sulle rive.

Altre, inaspettate, si infrangono contro la nostra capacità di comprendere.

E possono spezzarci il cuore. Per un attimo.

Poi cerchi di capirne il senso e la portata, ingoi l'acqua salata senza affogare e ritrovi la tua rotta nel mare.

Sei di nuovo a galla e ti allunghi in una nuova bracciata. Padrona di te stessa e amica del mare.

Solo il sale in bocca che ti brucia la gola. Ancora.

Il fatto è che non c'è nulla di infrangibile. Non le onde né tanto meno i sogni.

Ma neppure gli infrangibili Duralex in realtà lo sono. Quelli se cascano producono migliaia di frammenti. Bisogna farsene una ragione: infrangersi è assolutamente normale.

martedì 1 settembre 2009

costruzioni


Certi angoli di Milano somigliano ad una disordinata camera dei ragazzi.

Strane torri di legno e cemento sbucano all'improvviso al di là di un muro diroccato.

Diroccato e decorato, da graffiti oltre che dalla vegetazione.

Chissà perchè certe immagini mi fanno pensare a Blade Runner:

Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare... navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione

Intanto pedalo verso casa mentre il tramonto compie la sua seduzione quotidiana.

Mi piace quello che vedo, per quanto brutto e
inquietante possa essere. Ne faccio parte.

E mentro scrivo Leonard Cohen canta "In my secret life". Solo per me, of course.