sabato 27 febbraio 2010

a tempo


Questo è uno di quei periodi in cui tendo a macinare a testa bassa evitando ogni distrazione. Anche se spesso il tentativo fallisce, e io mi lascio piacevolmente distrarre.

Anche perchè so fin troppo bene che quando comincio a pensare "dopo farò...", "dopo ci penserò...", "dopo respirerò....", vuol dire che mi sto imprigionando da sola.

Là fuori la mia Mimosa Marzolina sta per fiorire e io mi autorecludo. Meno male che stasera è tornata la pioggia, così la reclusione mi sembra solo un vantaggio.

Cerco di mettere un po' d'ordine nei miei pensieri ma loro fanno come vogliono e rifiutano qualsiasi disciplina. Anzi, c'è un pensiero che io continuo a mettere in fondo alla fila e lui sgomitando si fa strada fino ad essere il primo.

Allora non posso fare a meno di ascoltarlo. E' lui che mi trascina davanti alla tastiera. Pare che scrivendo io sia più attenta a quello che ha da dirmi.

Così rallento, respiro e ascolto. Mi ascolto e mi sorrido.

Prendo tempo e mi metto a tempo.

Si, ogni tanto bisogna registrasi. Fermarsi un attimo e cambiare il passo.

Perchè la vita è ogni giorno, anzi ogni ora, anzi ogni minuto, anzi ogni istante...

non la possimo rimandare a dopo.

mercoledì 17 febbraio 2010

benefiche incrinature


Ancora una volta il guscio ermetico ha dato segni di cedimento.

Bene. Cominciavo a pensare che non sarebbe più successo, che l' involucro sarebbe diventato sempre più compatto e impenetrabile, fino a non distinguerlo più dalla mia stessa carne.

Pensavo che sarebbe stato difficile per il mio stato emozionale subire influenze.

In effetti il tempo sembra giocare in questo senso e io sempre meno mi trovo a rincorrere i profumi di primavera.

Invece non serve poi molto ad aprire un piccolo spiraglio. Solo una piccola incrinatura, sufficiente però a lasciar passare un sottilissimo tiepido raggio luminoso.

Un raggio che non ha ancora nessuna connotazione. Potrebbe illuminare e scaldare oppure bruciare o peggio scolorire.

Benvenga lo stupore e l'incertezza che accompagna ogni nuova emozione.

domenica 14 febbraio 2010

fusion


Sono giorni strani questi.
Ieri mattina per esempio ho sentito che c'era qualcuno alla porta. Certo non avrei mai pensato a tanto.
Il fatto è che con la testa impegnata a risolvere problemi pratici ultimamente sono rimasta parecchio con i piedi per terra. Niente voli di fantasia insomma, neanche per andare al Faro a controllare la situazione.
Ovvio che sono rimasta di sasso quando l'ho visto presentarsi alla mia porta.
Ma la cosa che più mi ha commosso è che questo Faro, cosi uguale a quello che avevano disegnato i miei acquarelli, mi è arrivato direttamente dalla mia seconda vita, cioè da un tempo e da un luogo in cui i Fari non andavano proprio per la maggiore.

Si, lo so che tutto ciò sembra un po' confuso e incomprensibile ma in realtà si tratta solo di un singolare caso di con-fusion...

venerdì 12 febbraio 2010

risposte


Passato il panico è stata la tranquillità a farsi strada.

Passo dopo passo mi ha preso per mano e mi ha accompagnato ad un piano più alto. Allora ho potuto vedere con chiarezza la mia posizione.

E ancora una volta ho potuto solo constatare che sono una ragazza molto fortunata.

Ho guardato oltre l'ostacolo è ho visto una nuova opportunità, ho visto la possibilità di fare un altro passo avanti.

Ho guardato dentro di me e ho visto una forza che non conoscevo. Una forza che mi ha reso facile chiedere aiuto ai miei amici.

E le risposte sono arrivate. Forti, chiare e immediate.

Grazie!

mercoledì 10 febbraio 2010

panico

Era un sacco di tempo che non mi sentivo così.

Forse da quando il mio matrimonio si è sgretolato: senza terreno sotto i piedi, all'improvviso.

All'improvviso, si. Dicono che me ne devo andare via di qui.

Faccio fatica a crederci, prendo tempo.

Ma non devo farmi prendere dal panico.

Qualche cosa mi inventerò. Peccato perchè qui ci stavo proprio bene.

Ora si tratta di cercare il lato positivo di tutto ciò. Poi si tratterà di cercare casa.

questa tartaruga l'ho trovata su: passodoppio.blogspot.com/2009_05_01_archive.html

martedì 9 febbraio 2010

le parole che non ti ho detto

Messaggi d'amore in una bottiglia.

Parole tardive.
Ogni ragazza vorrebbe sentirsi amata così.
Prima di morire però sarebbe meglio, si.
Senza rimpianti.
Vorrei che le uniche parole non dette fossero quelle che non abbiamo bisogno di pronunciare. Perchè già ci appartengono.
Parole d'amore.
"Niente è più prezioso di un grande amore. Per il quale sarò per sempre grata alla vita."

domenica 7 febbraio 2010

domenica



E' come se fossi stata "fuori" una settimana.

Possibile che un'influenzina da quattro soldi abbia il potere di rimescolare tutte le carte con cui avevo costruito i miei fantastici castelli?

Pare di si. E allora, carta dopo carta, non mi rimane altro da fare che ricostruire.

Anzi, già che ci sono posso approfittare per inserire qualche modifica ai progetti iniziali. Che so, qualche verandina esposta a occidente così che il sole tramontando possa tingere di rosso l'acqua fresca del mio aperitivo.

Oppure una mansardina a oriente per lasciarmi baciare dal sole all'uscita dai sogni.

Poi c'è stata la nevicata, e quando pensavo di essere solo un puntino caldo dimenticato dal mondo, scopro di non essere affatto dimenticata anzi, pare che la neve convogli i pensieri migliori nella mia direzione.
Grazie, il prossimo castello di carta lo costruirò sotto la neve!

mercoledì 3 febbraio 2010

up and down


Dal Paese delle Meraviglie a quello della Cuccagna.

Tre giorni in lenta e costante infusione di sapori, colori e odori.

Un solo filo conduttore: la Passione.

Ero qui a pensare, meditare...assaporare, quando in mezzo alle bontà che ancora mi riempivano la pancia si è fatto strada l'orrendo virus.

Poi è salita la febbre con il suo effetto di lana cotta e caleidoscopio.

Resto a letto avvolta in un triplo strato di coperte. Mai avuto così freddo.

Fuori è tornato il sole, splendente nell'aria gelida.

Ogni volta che mi avvicino alla finestra e guardo giù lo vedo passeggiare.

L'Uomo da/del Marciapiede sembra un po' spiazzato così lontano dalla città. Se ne sta scalpicciando qui sotto a testa bassa.

Vorrei che alzasse la testa e si decidesse a salire di corsa le scale.

Vorrei che potesse infrangere la bolla della febbre e avvolgermi stretta a sconfiggere il freddo.

Vorrei vorrei vorrei. Nel frattempo mi godo questo strano stato.

Lana cotta e caleidoscopio.