mercoledì 16 giugno 2010

pioggia


Pensavo che un giorno di pioggia era quello che mi ci voleva.

Per impigrire la giornata, per mangiare malinconia già a colazione.

La finestra aperta, il profumo del gelsomino bagnato. Così diverso dal gelsomino notturno. Già, le tante anime del gelsomino, ognuna con un odore diverso.

Proprio come noi.

Volevo approfittare della pioggia per stendere la mia memoria sul balcone. Volevo che l'acqua piovana la lavasse dai ricordi che bruciano, scottano, agitano.

Ma non ho saputo resistere, l'ho dovuta subito ritirare.

Sono troppo gelosa dei miei ricordi. Non vorrei lavarli via mai.

Continuerò ad accarezzarli fino ad addomesticarli. Così non faranno più male.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Il Suo commento sulla "pioggia" mi ha fatto ricordare piacevolmente le sensazioni che provai nel bosco con la mia ragazza innescate dai suoni, dal fresco, dai profumi, dalla pelle bagnata, dagli stimoli naturali della natura che ti avvolge,anche così ben espressi nella poesia di D'Annunzio "La pioggia nel pineto".
Grazie Lola Torres.
Un suo lettore.

Anonimo ha detto...

Pioggia.Pianto.

wabes ha detto...

Ho sempre ammaestrato i miei ricordi perché non m facessero male, ma t ringrazio perché oggi ho letto queste tue parole che descrivono questa mia consuetudine. Però con l andar del tempo c son sempre più musiche ed immagini che accendono le mie lacrime. baci Walter