con tutti questi frenetici cambi di identità comincio a svalvolare.
In genere non se ne accorge nessuno perchè le mie identità sono molto compatibili. Posso scivolare dall'una all'altra con una certa naturalezza.
Però ci sono dei piccoli particolari che mi allertano: che pensare se sul metrò, fissando le porte, mi metto a cercare nelle tasche uno straccetto per pulire i vetri?
Forse è solo la stanchezza, le tante ore di lavoro e le poche di sonno... e poi tutti quei chilometri in bicicletta, arrancando, appunto.
Così mentre pedalo sobbalzando sul pavè mi vengono in mente cose del tipo " se qualcuno adesso mi arrota, per via del mio difetto di pronuncia, non se ne accorgerebbe neanche".
Ma il lunedì è duro, e l'abbiocco in agguato dietro le palpebre.
Nel frattempo il cantiere qui davanti procede nella sua considerevole produzione di polvere e rumore.
Resto a guardare cercando di immaginare ...
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6 mesi fa
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