Domenica con la mamma. Qui nella casa dove sono nata.
Cioè, non esattamente. Sono nata quattro piani più sù. Ma si sa, i tempi cambiano e spesso tocca scendere con i piedi per terra.
Non ritrovo molto del tempo passato qui.
Scendo in giardino, posso vedere le differenze, i cambiamenti.
Il vuoto che si è creato.
Riconosco i cocci di vetro cementati in cima al muro. Ricordo che una volta da piccola sentii parlare di un evaso che forse passando di lì aveva guadagnato la strada dei tetti. Chissà poi se l'avevo sentito dire davvero o se, come ora, già da piccola la mia fantasia si inventava le storie.
Il glicine invece si dev'essere stufato di far ombra perchè da stare disteso in orizzontale è passato ad arrampicarsi inutilmente sul muro. Peccato. Mi piaceva il pomeriggio guardare il cielo attraverso le sue foglie. Mi piaceva quel contrasto di azzurro, verde e glicine. Ora il fondo grigio si capisce perfettamente che lo deprime. Ha smesso anche i fiori.
Ho un sacco di tempo da passare e sono così stanca che non riesco a concentrarmi su niente. Mi invento un gioco: penso ad una persona e cerco un quadrifoglio. Non mi ricordo di averne mai trovato uno. Eppure oggi mi è bastato formulare questo pensiero perchè un bellissimo quadrifoglio verde intenso si materializzasse sotto i miei occhi.
E' vero, proprio così. Lo raccolgo con la massima cura. Lo metterò da parte per regalarlo, perchè così funziona con la fortuna: se la trattieni la spegni, bisogna farla girare, donarla.
Così la mia domenica un po' triste cambia subito luce.
Perchè io, oramai è assodato, sono una ragazza molto fortunata.