sabato 27 aprile 2013

terapia 4


Impastare. 
Sì lo so, questa è una vecchia terapia: quando non sai bene quale sia la scelta da fare, quando senti che qualcosa non va, che qualche bullone si è allentato ma non riesci bene a localizzarlo, quando senti un certo senso di vuoto e non vuoi pensare che sia fame oppure amore... quando fuori piove...
beh allora non c'è di meglio che lasciarsi coinvolgere a piene mani da un bell'impasto, semplice e prezioso come l'acqua:
farina, lievito, sale e acqua.
Impasta, impasta e impasta, come sanno fare solo le gatte, e poi aspetta: il profumo dei lieviti che fanno il loro lavoro di trasformazione, che rendono viva la farina.
E poi ancora, impasta e crea, inventa forme, dipingi con mille semi luccicanti come gioielli e poi ancora aspetta.
Aspetta che le forme siano belle piene e tese e il forno caldo e accogliente con un po' d'acqua perché l'aria non sia troppo secca... e poi inforna, inforna e ancora aspetta, aspetta, aspetta.
Ecco, ora! Profumo di pane, calore, bellezza. Gola e nutrimento!  
Sì, impastare aggiusta molte cose e ti insegna a goderne. Una buona terapia sì, soprattutto per una giornata di pioggia.

domenica 21 aprile 2013

terapia 3


Dai retta alla Camilla. Giusto, lei che gli omini dello stress li ha studiati a fondo mi stressa dicendomi che devo assolutamente ricominciare a nuotare, devo nuotare per me e contro di loro, li devo combattere sul piano fisico, chiaro?
Così oggi l'ho fatto, sono tornata in piscina dopo quasi un anno. Con calma mi accomodo nell'ultima corsia, quella della lentezza, e comincio a nuotare piano, pianissimo, concentrandomi solo sul respiro. Inspiro ogni 4 bracciate cercando di visualizzare i miei polmoni che si dilatano. A tratti questa immagine viene scalzata da quella degli albumi che si montano. Va bene lo stesso, continuo, riparto da zero, cerco il ritmo, cerco il respiro profondo. Fatica, le prime dieci vasche mi sembrano cento e dopo 40 minuti scopro di aver battuto il mio peggior record personale con sole 30 vasche. E per di più sono sfinita, ma credo di averne affogato un bel po' di quei dannati omini dello stress.
Esco in tempo per scoprire che piove di brutto ma riesco a introdurmi in una parentesi asciutta per pedalare fino a casa senza bagnarmi. 
Mentre salgo le scale spavalda e fiera di me, devo constatare che mi tremano sia i gomiti che le ginocchia, ma nella mia testolina  c'è solo acqua fresca e nessun pensiero, tranne forse quello di scrivere questo post, per ricordarmi e per ringraziare Camilla, la mia nipotina.

sabato 20 aprile 2013

terapia 2


Cambiare strada. Ogni giorno, allungando anche un pochino se è il caso, se può servire a ridurre lo stress.
Abbandonare i percorsi pericolosi, allontanarsi dal pavé sconnesso e schifare le rotaie del tram. Niente di personale contro di loro, anzi mi piace andare in tram.
E finirla lì con gli amori impossibili! Scendere sulla terra una buona volta per scoprire che la poesia esiste anche quaggiù.
Conoscere la banalità per trovare l' ingrediente segreto che può renderla sublime.
Nel frattempo perfeziono le mie sacherine sbagliate, insistendo sullo sbaglio, caparbiamente!


mercoledì 17 aprile 2013

terapia 1



Per prima cosa vorrei impegnarmi a scegliere quello che è davvero importante per me. Frugarmi dentro con sincerità per distinguere quello che voglio davvero da quello che  penso che gli altri si aspettino da me. 
Fare quello in cui credo profondamente e farlo al meglio, lasciar perdere tutto il resto che non solo è fuorviante ma spesso dannoso.
E per fare al meglio quello in cui credo è necessario uscire da questa deleteria modalità multitasking e impegnarsi semplicemente a fare una cosa per volta!
Lo so che sembra fin troppo semplice, infatti lo è!



domenica 14 aprile 2013

sensualità


Una volta deciso di uscire dall'inverno ecco che i sensi riattivano la ricezione.
Il primo segnale di sensualità mi arriva dalla mia stanza: le veneziane riabbassate che lasciano intuire sole e aria nuova lì fuori e creano giochi d'ombra qui dentro, spolverano ricordi, li fanno brillare per un attimo e subito dopo li portano via, fuori dalla finestra, per lasciare spazio a ricordi nuovi, ancora tutti da inventare...
e il sorriso che viene a piegarmi le labbra mi fa pensare al lavoro di un fisioterapista occulto che massaggiandomi il cuore mi riabilita alla vita.

sabato 13 aprile 2013

finalmente




Finalmente ho deciso di uscirne. L'ho fatto, sono uscita dal mio inverno, ho deciso, basta!

Questa mattina piena di esitazione ho levato l'impermeabile alla bicicletta: la tenevo lì sotto da mesi, temevo di trovarla ricoperta di muschio e invece no, non ha neppure voluto che le gonfiassi le gomme, era pronta e fremeva per correre fuori.
Mi sentivo così fragile che oltre al casco avrei voluto indossare para stichi e ginocchiere, avevo paura di non essere più capace... e invece è stato proprio come andare in bicicletta!
E questa sera mi sento di nuovo in sella, pronta a pedalare verso l'estate.