Così oggi l'ho fatto, sono tornata in piscina dopo quasi un anno. Con calma mi accomodo nell'ultima corsia, quella della lentezza, e comincio a nuotare piano, pianissimo, concentrandomi solo sul respiro. Inspiro ogni 4 bracciate cercando di visualizzare i miei polmoni che si dilatano. A tratti questa immagine viene scalzata da quella degli albumi che si montano. Va bene lo stesso, continuo, riparto da zero, cerco il ritmo, cerco il respiro profondo. Fatica, le prime dieci vasche mi sembrano cento e dopo 40 minuti scopro di aver battuto il mio peggior record personale con sole 30 vasche. E per di più sono sfinita, ma credo di averne affogato un bel po' di quei dannati omini dello stress.
Esco in tempo per scoprire che piove di brutto ma riesco a introdurmi in una parentesi asciutta per pedalare fino a casa senza bagnarmi.
Mentre salgo le scale spavalda e fiera di me, devo constatare che mi tremano sia i gomiti che le ginocchia, ma nella mia testolina c'è solo acqua fresca e nessun pensiero, tranne forse quello di scrivere questo post, per ricordarmi e per ringraziare Camilla, la mia nipotina.
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