Sì, le cose della vita incidono segni su di me, operano trasformazioni, mi rendono più forte.
La cosa singolare è che un pochino mi dispiace, è un po' come se tradissi me stessa, o meglio la mia cocciutaggine nel considerare inevitabile una certa dose di dolore.
Come se la leggerezza che ho acquisito, pagandola fino all'ultimo centesimo, fosse una forma di superficialità, un fondo di magazzino da bancarella scambiato invece per un pezzo di haute couture.
Ma poi mi guardo, misuro la sostanza del mio stato, confronto i muscoli del cuore con quelli della mente, prendo atto della loro superiorità, e mi convinco a vivere felicemente nella mia odierna leggerezza senza farmi altre domande.
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