lunedì 10 maggio 2010

lati oscuri


Alla fine è successo. Peccato non accorgersene proprio nel momento esatto.

Erano giorni che gli facevo la posta. Volevo appropriarmi del momento in cui la prima corolla si sarebbe aperta liberando solo per me il suo profumo.

Un profumo così preciso eppure così diverso.

Quello che si sente in Sicilia, in qualche isola, quello che poi diventa un gelato così delicato da farti desiderare di restare lì per sempre.

Quello che si sente in Toscana, quello che ho cresciuto io stessa, e quello selvatico che ricorda il mare anche se cresce sull'appennino.

Ed infine questo, carnoso e profumato anche se milanese.

L'ho scoperto questa notte, aprendo la finestra per ascoltare la pioggia, mi è arrivato immediatamente al cuore, passando per il naso.

Non immaginavo certo che avrebbe potuto scatenare tutta questa baraonda di ricordi e sensazioni.

L'odore del mare, il vento, la banchina bagnata, il traghetto, il nodo in gola, la sensazione di fine, il dolore.

E poi ancora il sole, l'aria sottile, la frescura, il lavoro, la fatica, andare avanti, non domandarsi, non chiedere, la solitudine, la paura, la fine.

Meglio richiudere la finestra. Questo gelsomino è sbocciato con un bagaglio troppo pesante.

Meglio lasciarlo fuori. Insieme alla notte, insieme alla pioggia.

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