domenica 2 maggio 2010

digerendo


La giornata è ancora fresca e il gelsomino se ne resta chiuso fuori.

Non è ancora il suo momento, ancora non sentirò il suo profumo. Lo so anche da dietro il vetro.

Ho conosciuto la delusione, con il suo saporaccio amaro, ma non l'ho voluta sputare fuori. Non ho voluto zucchero per rifarmi la bocca.

Ho preferito masticarla a lungo, assaporandone tutta l'amarezza.

Non era un bel masticare. Nello specchio ho potuto vedere le mie labbra diventare rigide e sottili e tutto il viso dietro a loro era una tristezza.

Ma quando una cosa impari a masticarla bene, alla fine la digerisci pure, ed è meglio, così la prossima volta già la conosci e l'amaro in bocca dura meno.

Poi il sonno è venuto a darci un taglio portandomi il sogno di Rafaniello, il ciabattino di Montedidio, con le sue ali d'angelo nella gobba.

E'stato Rafaniello a dirmi come si deve fare.

Così questa mattina la delusione, digerita, non c'era più. Nello specchio le mie labbra sono tornate morbide e tutta la faccia si è riaggiustata.

Adesso si che è domenica.



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