Quando mi alzo sulla punta dei piedi, per guardare la mia vita dall'alto, resto stupita da come tutte le cose vadano ad incastrasi con armonia.
Allora sorrido e mi sento felice.
Poi guardo meglio e vedo tutti gli spazi vuoti e le piccole dissonanze.
Allora mi domando se riempire questi vuoti e limare ogni singolo pezzettino fino alla perfezione possa portare una felicità maggiore.
Devo confessare che è proprio a questo punto che sale la paura. Paura di non riuscire a sopportare troppa felicità.
Come fosse un eccesso di ossigenazione.
Ma guardando meglio le cose mi rendo conto che la felicità non è un genere che si vende a peso, bensì a qualità, o al massimo a spessore.
La felicità è uno stato elastico che non si trova alla fine ma nel mentre.
Nel piacere, senza inizio né fine, del fare, del cambiare e dell' aggiustare.
Nel fantasticare e poi nel costruire. Qualcosa di diverso da quello che avevamo immaginato. Come un'intuizione dell'ultimo istante.
Insomma, nel vivere.
1 commento:
Quanto mi piace !! E' proprio come hai scritto/descritto tu....E anche io voglio essere felice.E non lo saro' mai qui.Forse neanche altrove ma almeno voglio ritentare,magari saro' più fortunato...magari chissa'..
Ti stringo forte e ti voglio bene.
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