Molto più vuota che solo mezz'ora più tardi.
Molto più vuota che sul metrò, comunque.
E anche piena di buoni odori: il caffè, le brioches... quelle un pò meno, il mio naso riesce a individuare gli aromi artificiali anche a distanza. E poi l'odore di stampa fresca quando passi vicino alle edicole. Giornali nuovi, appena sfornati. Notizie logore, da far accapponare la pelle. Terremoti, frane, onde anomale, corruzione. E su tutto chi cerca disperatamente di restare a galla, sempre più tronfio nella sua arroganza.
Passo oltre, continuo a pedalare.
I camion della nettezza, qualche furgone del pane, qualche bottega già aperta. Artigiani per lo più, con quel viziaccio di alzarsi presto per lavorare.
Passo oltre, continuo a pedalare. Faccio parte. Si, mi sento parte di questa città. Soprattutto questa mattina che è così presto.
Tanti anni fa, nel corso della mia prima vita, mi capitava abbastanza spesso di pedalare alle sette di mattina. Solo che allora rientravo a casa. Ma allora avevo alre cose per la testa.
Passo oltre, continuo a pedalare. Un nuovo punto di vista, identità portinaia.
Punto di vista singolare, tutto rivolto all'interno. Un bel palazzo Decò.
I camion della nettezza arriveranno tra poco. Chiudo i sacchi, li porto fuori. Pesano poco.
Una domanda mi si forma, inevitabile, nella testa: "Com'è che i ricchi producono così poca spazzatura?"
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