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l'odore dell'inverno si intuisce solo a tratti, il mattino presto. Certo a Milano è un odore un po' bastardo, condito com'è da polveri sottili, umidità e inquinamento vario.
Niente a che vedere con l'odore dell'inverno sull'appennino, quando l'aria, così sottile, prendeva quella sfumatura che ti faceva percepire la neve poco più su.
Già, l'odore dell'inverno che diventava odore di casa, nostalgia di Milano, quando si mischiava a quello di un disel... che scema eh? Anche in mezzo ad un paradiso riuscivo a spantecare per il mio piccolo inferno nativo.
Ma ora un elemento inconfondibile si è aggiunto al mio naso per segnare il tempo: il cioccolato!
Sono ricominciati i giorni dei cioccolatini, la produzione è avviata e già loro si prendono oltre a gran parte delle mie giornate, tutti i miei pensieri...
Sì, le mie creaturine sono pronte, pronte per incontrare labbra golose e curiose...
Turbinii e turbamenti certo mettono un po' di disordine.
Arrivano lì, dove pensavi di lasciare una parete bianca, e all'improvviso dipingono un baffo rosso, così, giusto per creare disordine, disordine e confusione.
Poi rosso per dire, perché a ben guardare forse non è rosso ma viola, o blu. La luce accende il colore o lo spegne, a suo piacere.
Un raggio di luce invisibile che incontrando un prisma si scompone in mille colori.
Non ci è dato sapere quale sarà il colore prevalente, così come non sappiamo chi sarà luce e chi prisma.
al di là del muro la prateria
al di là del muro l'oceano
al di là del muro tutti i desideri
al di là del muro un altro muro
e poi ancora un altro e un altro ancora
al di qua del muro la fatica
la fatica capace di creare la crepa
lo spiraglio di luce
l'alito di speranza per impastare la forza
per tirar giù tutti i muri, uno dopo l'altro
e ogni volta ti sembra di non farcela più
e invece
inaspettatamente
ogni volta è più facile
perché la fatica ti allena
e la sfida ti diverte...
Pare che quest'anno io debba fare i conti con la salute. Sì proprio lei, quella cosa intangibile che ho allegramente ignorato e snobbato per tutta la vita, ora viene continuamente a tirarmi per la giacchetta e spesso riesce ad avere la meglio sulla mia volontà e finisce per allettarmi.
Già, vero è che nelle mie vite precedenti l'idea di allettarmi ogni tanto mi allettava parecchio, e invece niente, mai una lineetta di febbre, mai un valido motivo per darsi malata...
Così mi immagino che ora sia il corpo a prendere il comando, dato che la mente sventata è incapace di comprendere quando è ora di fermarsi, quando è il momento di coprirsi e quando di spogliarsi, quando bisogna mangiare e quando invece è meglio fare senza.
Bene allora non mi resta che godermi questa bella influenza, una vera primizia di stagione, appagando la mia naturale tendenza alla cucciolaggine, dormendo, leggendo e magari scrivendo. No, cioccolatando no, i miei piccolini restano lì, muti ed ignari si domanderanno dove sono finita... portate pazienza piccoli, torno presto!