mercoledì 7 luglio 2010

EQUILIBRIO URBANO


Le 7 e 33. Con tre minuti di ritardo mi scaravento giù per le scale.

Carico la bici, il lucchetto fa i capricci. Poi si arrende.

Fuori dal portone, sta passando il tram. Prendo il marciapiede.

Piano fino a via del Pollaiuolo. Poi scendo in strada e accellero.

Freno, c'è il camion della nettezza nel mezzo. Non riesce a passare, c'è un macchinone in seconda fila. Ringhio e risalgo sul marciapiede. Costeggio la scuola fino all'angolo, scanso i bambini, scanso le mamme, suono piano, chiedo scusa, sorrido.

Poi ancora giù in strada, pigio sui pedali. Via Confalonieri il cantiere. Camion che fa manovra. Cerco di salire sul marciapiede ma c'è una macchina sul passo. Mi fermo aspetto. Ecco si riparte, mi infilo a destra e guadagno l'incrocio. Pedalo, pedalo, pedalo. Il semaforo di Melchiorre Gioia è verde. Devo stare attenta a non farmi stringere sulla destra. Attraverso e giro sulla ciclabile, non prima di aver buttato l'occhio al display del Centro Direzionale che mi segnala le 7 e 42 per 27 gradi. Ah, ecco. Mi pareva che fosse più fresco.

Vado avanti, risalgo Melchiorre Gioia, poi mi butto giù a sinistra verso il sottopasso ma non lo prendo e risalgo sul marciapiede, per fortuna deserto, fino al Fatebene. Le 7 e 46, ho recuperato due minuti. Attraverso il piazzale in diagonale. Il pavé mi scombussola anche l'ultimo neurone e rischio seriamente di essere arrotata. Ma, penso, davanti all'ospedale è comodo.

Rido della mia stupidità e sono già sui Bastioni che arranco mettendo doppia forza in ogni pedalata per neutralizzare la salita.
Porta Venezia.

Pedala, pedala, pedala. Sto accostata sulla destra, suono tutti e due i campanelli per evitare portierate in faccia. Un furgone suona e mi fa cenno di stare più a destra. Lo raggiungo al semaforo solo per dirgli "scusami se esisto", sorrido a denti stretti e attraverso Cinque Giornate a tutta birra con il solito pavé che mi shakera fino al midollo e con la coda dell'occhio vedo che l'orologio sull'angolo segna le 7 e 56. Alla Rotonda non ho nessuno dietro e mi fiondo sulla sinistra, il semaforo è verde, giro. Attraverso Monte Nero, il pavé ora mai non mi fa più nulla. Imbocco via Bergamo, pedalo nello spazio tra le rotaie del tram e le macchine posteggiate. Fischio e scampanello ad una macchina che vorrebbe uscire dal posteggio, giro a destra sul marciapiede, gli ultimi metri e sono in piazzale Libia. Palo, catena, borsa. Apro il portone, apro la porta. Raggiungo la postazione. Sono le 7 e 59 e io sono in anticipo di un minuto.

Adesso posso cominciare la mia giornata di lavoro. Bella fresca!
Dedicato a Federico e Gian Luca,
senza le cui cure il mio equilibrio sarebbe molto più precario...
EQUILIBRIO URBANO è in Via Carmagnola angolo Via Pepe, a Milano (Isola)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"Siate gentili con i ciclisti!"....
perché selo meritano
un ciao da un uomo a due ruote

wabes ha detto...

affanno e tranquillità, desiderio ed avventura: la guerra e itaca!
sei una circe col diario!!!!