Ci sono parole che mi saltano in mente così, con la premura di formare un discorso, senza sapere bene poi dove andranno a parare.
Un discorso molto scoordinato.
Un discorso molto scoordinato.
Forse non ancora un discorso, solo un emozione.
I rumori delle auto, in parte soppressi da Mozart in un unica cuffietta, nell'orecchia destra, per discrezione e per poter, almeno in parte, restare presente.
Terzo anno, stessa guardiola.
Stesso grattacielo, qui davanti. Visto crescere.
Stesse persone, la mia continua voglia di sorridere scambiata per cortesia, o forse reale espressione di innata gentilezza.
E' questo paradosso, l'essere relegata per più di nove ore al giorno in un piccolo spazio di vetro, eppure sentire la mente spaziare così largamente da regalarmi autentica felicità.
E non ultimo la possibilità, che non è così facile ottenere, di poter praticare la gentilezza.
Per questo continuo a sorridere.